Re Artù e Ginevra

Dal matrimonio reale alla caduta di Camelot: le origini e la leggenda di un amore leggendario.

La storia d’amore tra Re Artù e Ginevra è una delle più famose e tragiche del ciclo arturiano. Le loro origini come coppia, il matrimonio, e le difficoltà che seguiranno sono centrali nella mitologia di Camelot. Vediamo come si sviluppa questa storia e quali sono le sue origini secondo le leggende.

Ginevra, nota anche come Guinevere, è una figura di spicco nella leggenda arturiana. Le sue origini variano leggermente a seconda delle fonti, ma generalmente, nella maggior parte delle versioni della leggenda, il padre di Ginevra è Leodegrance (o Leodegan), re di Cameliard, un regno situato in Gran Bretagna. Leodegrance è un alleato fedele di Re Artù, e secondo alcune tradizioni, aveva ricevuto la Tavola Rotonda da Uther Pendragon, il padre di Artù, come segno di gratitudine per il suo sostegno. Quando Leodegrance offre la mano di sua figlia in matrimonio ad Artù, gli dona anche la Tavola Rotonda come parte della dote.

L’incontro tra Artù e Ginevra

Secondo alcune versioni della leggenda, Ginevra era conosciuta per la sua bellezza e virtù. Re Artù, avendo sentito parlare di lei, decise di prenderla come sua sposa. In altre versioni, Artù vede Ginevra per la prima volta e si innamora immediatamente di lei, colpito dalla sua grazia e nobiltà. La decisione di sposarla non è solo una questione di amore personale, ma anche di strategia politica, poiché l’unione con la figlia di Leodegrance rafforza l’alleanza tra i due regni.

La profezia di Merlino

Un elemento ricorrente nelle leggende è il ruolo di Merlino, il consigliere magico di Artù, nella scelta di Ginevra come regina. Secondo alcuni racconti, Merlino avverte Artù che il matrimonio con Ginevra potrebbe portare problemi e, eventualmente, la rovina del regno. Tuttavia, Artù, guidato dal suo amore per Ginevra e dal desiderio di fare ciò che ritiene giusto, ignora la profezia e procede con il matrimonio.

Il matrimonio di Artù e Ginevra

Il matrimonio tra Artù e Ginevra viene celebrato con grande fasto e gioia a Camelot. Ginevra diventa regina, e la coppia sembra rappresentare l’ideale di una monarchia giusta e nobile. Tuttavia, sin dall’inizio, ci sono presagi che indicano che la loro unione potrebbe non portare solo felicità. Come parte della dote di Ginevra, suo padre Leodegrance dona ad Artù la Tavola Rotonda, che diventerà uno dei simboli più potenti di Camelot. La Tavola Rotonda è un luogo di unità e uguaglianza tra i cavalieri, un’idea centrale per la corte di Artù. Tuttavia, nonostante la magnificenza del dono, i problemi all’interno del matrimonio di Artù e Ginevra e le tensioni che ne derivano iniziano a manifestarsi col tempo.

Lancillotto

Le leggende raccontano che Ginevra, pur amando sinceramente Artù, non riesce a evitare di innamorarsi di Lancillotto, uno dei più valorosi e leali cavalieri di Artù. Questo amore proibito getta un’ombra sulla corte di Camelot e porta a una serie di eventi che culmineranno nella caduta del regno.

In molte versioni della storia, la relazione di Ginevra con Lancillotto viene scoperta da Mordred, il figlio illegittimo di Artù, che sfrutta la situazione per destabilizzare il regno. Ginevra viene accusata di tradimento, un crimine per il quale rischia di essere messa al rogo. Tuttavia, Lancillotto interviene, salvando la regina e fuggendo con lei. Questo atto di salvataggio, sebbene motivato dall’amore, segna il principio della fine per Camelot.

La guerra che segue tra Lancillotto e Artù porta alla distruzione della Tavola Rotonda e, in ultima analisi, alla caduta di Camelot. Artù, ferito mortalmente, viene portato a Avalon, un’isola mistica, mentre Ginevra si ritira in un convento, dove trascorre il resto della sua vita in penitenza.

La Fine di Ginevra

Secondo alcune versioni della leggenda, dopo la morte di Artù, Ginevra si dedica interamente alla preghiera e alla penitenza. Diventa una suora e si dice che, prima della sua morte, abbia avuto una visione di Artù, che la perdona per il suo tradimento. Ginevra muore in pace, sperando di ricongiungersi con Artù nell’aldilà.

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