Bette Davis da giovane

La vita e la carriera dell’icona del cinema Bette Davis, tra successi, rivalità e aneddoti leggendari

Bette Davis è stata una delle attrici più celebri e influenti della storia del cinema hollywoodiano. Ancora oggi incarna un modello di bellezza e di stile capace di sfidare le convenzioni della propria epoca. Con la sua carriera, durata più di 50 anni, ha segnato il mondo dello spettacolo, grazie alle sue interpretazioni intense e alla sua determinazione. Apparve in oltre cento film e si distinse per la sua versatilità: è stata una delle prime attrici a cimentarsi in ruoli complessi e drammatici, spesso addirittura controversi.

Nel corso della sua carriera, ottenne due premi Oscar su dieci nomination, ma la sua eredità è immensa: non solo i film memorabili, ma anche l’esempio che continua ad offrire alle giovani attrici, che non devono avere paura di cimentarsi in ruoli anticonvenzionali. Bette Davis ha saputo inoltre dimostrare che una donna non deve temere di farsi spazio in un’industria dominata dagli uomini, discostandosi in questo modo dall’archetipo di diva che vigeva all’epoca.

L’infanzia e l’adolescenza

Ruth Elizabeth Davis nacque il 5 aprile 1908 a Lowell, Massachusetts, in una famiglia di classe media. Suo padre, Harlow Morrell Davis, era un avvocato; sua madre, Ruth Augusta Favór, si dedicava alla casa e all’educazione di Bette e di sua sorella minore, Barbara. Quando Bette aveva sette anni, il padre lasciò la famiglia; nonostante il matrimonio fosse turbolento, questo evento segnò profondamente la sua vita.

Qualche anno dopo la separazione, la madre decise di trasferirsi con le figlie a New York per lavorare come fotografa. Bette aveva un rapporto molto forte con la madre, la cui indole artistica le permise di incoraggiare la figlia a seguire la sua passione ed inclinazione. Difatti, la giovane si era interessata al cinema. Si innamorò del teatro grazie ad uno spettacolo in cui recitava Peg Entwistle, attrice molto nota a Broadway. Per tutta la sua vita, Bette la considererà una fonte di ispirazione.

Spronata dalla madre, si iscrisse alla Cushing Academy, dove incontrò l’uomo che sarebbe diventato suo marito: Harmon O. Nelson. Successivamente frequentò anche la John Murray Anderson School of Theatre and Dance.

Malgrado la sua rigorosa disciplina e la determinazione, Bette dovette affrontare un primo ostacolo: i canoni di bellezza della sua epoca, ai quali lei non corrispondeva. Tuttavia, non si lasciò frenare e decise di puntare sulla tecnica recitativa piuttosto che sull’apparenza.

Nel ’29 debuttò a Broadway nello spettacolo “Broken Dishes”. Fu in quest’occasione che guadagnò l’interesse degli scout di Hollywood, alla costante ricerca di nuove stelle promettenti sui palchi di Broadway.

Il debutto a Hollywood

Nel 1930, Bette Davis firmò un contratto con la Universal Pictures, ma i suoi primi film non ottennero un grande successo e il suo talento passò del tutto inosservato; alcuni critici la ritennero perfino inadatta per gli standard dell’epoca.

Malgrado queste tristi premesse, Bette non si perse d’animo e la sua immancabile determinazione fu premiata: due anni dopo firmò un contratto con la Warner Bros e la sua carriera cinematografica decollò.

Nel 1934 catturò l’attenzione della critica cimentandosi in un ruolo drammatico nel film “Schiavo d’amore”. L’anno seguente vinse l’Oscar come Migliore Attrice grazie a “Paura d’amare”, guadagnandosi la fama di attrice talentuosa e versatile, sempre più richiesta.

Gli anni d’oro di Hollywood e della sua carriera

Nel ’38 vinse il secondo premio Oscar per “Figlia del vento”. Qui vestì i panni di una giovane donna ribelle del Sud in lotta contro le convenzioni sociali. Si trattava di un personaggio forte ed indipendente; era questo il tipo di ruolo per cui Bette veniva ingaggiata e a cui lei desiderava dedicarsi. Aveva un approccio innovativo per i canoni del suo tempo: non voleva interpretare solo delle “belle donne”, bensì dare voce a personaggi veri e profondi, capaci di restare impressi nella memoria degli spettatori. Ciò la distingueva dalle altre star del suo tempo, spesso costrette ad interpretare donne tradizionali e seducenti.

Grazie alla sua versatilità, poté cimentarsi in film dai toni differenti, passando dai drammi alle commedie. Ecco solo alcuni titoli:

  • Schiavo d’amore”, 1934. Si tratta del primo grande ruolo drammatico, che consacrò la sua carriera e segnò la sua ascesa cinematografica. Nel film, Davis vestì i panni di una donna crudele e manipolatrice, Mildred Rogers;
  • Paura d’amare”, 1935. La pellicola le valse il primo Oscar come Miglior Attrice protagonista. Il questo caso, il film si concentra sulla vita di un’attrice che a causa dell’alcolismo è caduta in disgrazia;
  • Piccole volpi”, 1941. Davis si cimentò nell’interpretazione di un’altra donna spietata, Regina Giddens, disposta a tutto pur di ottenere ricchezza e potere;
  • Eva contro Eva”, 1950. Si tratta di uno dei ruoli più iconici e celebrati della sua carriera. Bette interpretò una cinica e acida attrice teatrale, Margo Channing, portando alla luce un ritratto realistico del mondo dello spettacolo. Margo è infatti una stella di Broadway e a lei si rivolge un’ambiziosa aspirante attrice, Eve Harrington. Margo è colpita dall’umiltà di Eve, ma non sa che la giovane sta fingendo per entrare nelle sue grazie, e decide di essere sua mentore. Presto, tuttavia, si accorge di quale verità si nasconde dietro all’apparenza innocente di Eve, la quale trama di far crollare Margo per prendere il suo posto. Il film ottenne 14 nomination, tra cui una per Bette; nel film c’è anche un piccolo cameo di una giovanissima Marilyn Monroe
  • Angeli con la pistola”, 1961. Si tratta di un remake del film “Signora per un giorno” (1933). A Bette fu assegnato il ruolo di una mendicante newyorchese, Apple Annie, che ritrova la dignità grazie all’aiuto offertole da una banda di contrabbandieri;
  • Che fine ha fatto Baby Jane?”, 1962. Sul set, Davis si ritrovò a dover lavorare con la storica rivale Joan Crawford. L’acredine tra le due star si inasprì soprattutto in seguito alle riprese. Qui, la protagonista del film è un’ex bambina prodigio che, ossessionata dalla fama perduta, si accanisce sulla sorella paraplegica.

Il successo de “L’anima e il volto”

Film del 1946, fu una grande sfida per Bette: si trattava di un melodramma in cui l’attrice avrebbe dovuto interpretare due sorelle gemelle, Patricia e Kate Bosworth, identiche d’aspetto ma dalla personalità opposta. La prima simboleggia la malizia e il fascino aggressivo, la seconda l’innocenza e la sensibilità.

Kate è innamorata del pittore Bill Emerson (Glenn Ford), il quale tuttavia si lascia conquistare da Patricia. Quando la sorella muore tragicamente in mare in seguito ad un incidente, Kate decide di assumere la sua identità. Tutti credono che sia lei ad essere morta, e che invece Patricia sia sopravvissuta. Da quel momento, deve fingere di essere la sorella, scoprendo la verità sulla vita matrimoniale di Bill e Patricia.

La differenza tra le due sorelle non riguarda soltanto la personalità, ma anche la gestualità, il linguaggio del corpo, il tono di voce e le espressioni del viso, che rispecchiano i rispettivi tratti psicologici ben distinti. Bette Davis riuscì a trasformare se stessa, conferendo ad entrambe le gemelle tutti gli aspetti coerenti con la loro indole. La sua interpretazione fu magistrale, tanto che è possibile riconoscere quale delle due sorelle sia al centro della scena nonostante abbiano il volto della medesima attrice. Per le scene in cui le due gemelle appaiono contemporaneamente, il regista decise di servirsi di effetti speciali e controfigure, così da garantire continuità e drammaticità.

Il film riscosse un grande successo, ottenendo il consenso di pubblico e critica. Ancora una volta, Bette Davis aveva dato prova di immenso talento, regalando agli spettatori una performance profonda e complessa.

La delusione per “Via col Vento”

La carriera di Bette Davis non fu lastricata soltanto di successi; difatti, l’attrice dovette affrontare una cocente delusione: fu scartata per il ruolo di Rossella O’Hara, protagonista di “Via col Vento”. Cukor e Selznick, per la pellicola, cercavano il volto perfetto per l’affascinante fanciulla del Sud, tanto da provinare non solo attrici famose ma anche volti sconosciuti.

Tra le candidate c’era Bette Davis, quotata persino dai fan. Bette desiderava interpretare Rossella: si trattava di un personaggio complesso, in linea con i ruoli a cui ambiva. Tuttavia, sarebbe stata presa in considerazione se Rhett Butler fosse stato interpretato da Errol Flynn, con il quale Davis non voleva lavorare. Selznick, inoltre, non era convinto del suo provino: credeva che Bette, pur essendo una valida attrice, non fosse la scelta giusta per il ruolo a causa della sua maturità ed eccessiva durezza. Alla fine, il ruolo andò a Vivien Leigh.

La Davis poté riscattarsi interpretando un personaggio molto simile a Rossella: Julie Marsden, protagonista di “Figlia del vento” (1938). Anche in questo caso, la storia è ambientata nel Sud degli Stati Uniti, prima della Guerra di Secessione. Il film le valse il secondo Oscar della sua carriera.

Julie è una ragazza capricciosa e volitiva, fidanzata con Preston Dillard. Il rapporto tra i due si incrina quando la giovane si presenta al ballo delle debuttanti vestita di rosso, sfidando le rigide convenzioni sociali che vigevano nel Sud e la cui pressione contribuisce alla rottura tra Julie e Preston. Julie è consumata dal rimorso e, quando un anno dopo incontra Preston che nel frattempo si è sposato con un’altra donna, fa tutto ciò che è in suo potere per riconquistarlo, preda della gelosia.

La rivalità con le colleghe

Bette Davis era senza dubbio determinata, ma il suo carattere complicato la spingeva spesso a scontrarsi con colleghi e registi pur di difendere le sue idee.

Una delle rivalità più celebri coinvolgeva l’attrice Joan Crawford. L’inimicizia tra le due vide la luce negli anni ’30, ma si inasprì sul set di “Che fine ha fatto Baby Jane”, dove interpretavano due sorelle che, proprio come le attrici, erano in lotta tra loro. Si racconta che durante le riprese la tensione raggiunse una tale animosità che Bette colpì Joan mentre giravano una scena, provocando alla collega un grave infortunio.

Anche con Miriam Hopkins i rapporti non erano affatto distesi. Entrambe erano note per il loro temperamento difficile da gestire, ma, oltre alla carriera, la loro rivalità si radicava nelle rispettive vite private: Bette aveva infatti una relazione con il regista Anatole Litvak, marito di Miriam. Le due recitarono insieme ne “Il grande amore” (1939) e “L’amica” (1943). Ad un certo punto, la Warner Bros intervenne poiché l’atmosfera sul set stava diventando troppo pesante. Ne “L’amica”, il copione prevedeva che il personaggio interpretato da Bette si azzuffasse con quello interpretato invece da Miriam, la qual cosa piacque molto alla Davis, come ammise in seguito.

Anche con Errol Flynn il rapporto era tutt’altro che disteso. Recitarono insieme in due pellicole: “Io ti aspetterò” (1938) e “Il conte di Essex” (1939). In quest’ultimo film, Bette tentò di insistere con i responsabili alla produzione affinché il ruolo del conte fosse assegnato a Laurence Olivier, il quale però non era ancora abbastanza conosciuto in America. Bette non apprezzava l’atteggiamento di Errol Flynn, poiché lo riteneva poco professionale e di scarso talento, tanto che quando le fu proposto il ruolo di Rossella O’Hara lei dichiarò che lo avrebbe rifiutato se Errol avesse interpretato Rhett Butler.

Bette si guadagnò la fama di un’attrice con cui era difficile lavorare. Litigò persino con Humphrey Bogart e Alberto Sordi.

La vita privata: i matrimoni turbolenti

Bette si sposò quattro volte e le sue relazioni furono tanto travagliate quanto le vite che rappresentava sullo schermo.

Conobbe il suo primo marito, Harmon O. Nelson, alla Cushing Academy, ma la loro relazione finì nel ’38 a causa delle continue tensioni provocate dalla carriera di Bette.

Successivamente, sposò Arthur Farnsworth, ma l’uomo morì nel 1943.

Il terzo matrimonio, con William Grant Sherry, fu turbolento e terminò nel ’50 con il divorzio. Da William ebbe una figlia, Barbara Davis Sherry.

Sposò infine l’attore Gary Merrill, conosciuto sul set di “Eva contro Eva”. Adottarono due bambini, Michael e Margot, ma anche in questo caso il rapporto si deteriorò a causa di continui litigi e si concluse con il divorzio.

La relazione con la figlia Barbara fu tesa e si complicò ulteriormente quando quest’ultima, nel 1985, pubblicò il libro “My Mother’s Keeper”, in cui Bette viene descritta come una pessima madre, autoritaria e alcolizzata.

Gli ultimi anni

Bette Davis continuò a lavorare anche durante gli anni ’70 e ’80, malgrado i problemi di salute. Nel 1983 fu persino colpita da un ictus, ma non si fermò: tra i suoi ultimi film vi furono “Morte sul Nilo” (1978) e “Le balene d’agosto” (1987).

Morì il 6 ottobre 1989 a Parigi a causa di un cancro al seno. Fu sepolta al Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles. Sulla sua lapide è ancora possibile leggere una delle sue frasi più celebri, rappresentativa della sua carriera: «She did it the hard way».

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