Marilyn Monroe: la vita, i successi e le tragedie di una star indimenticabile
Marilyn Monroe è molto più di una semplice attrice: è un’icona immortale, un simbolo di bellezza, fragilità e talento. La sua storia è un intreccio di sogni e incubi, di successi straordinari e solitudini disperate, di amori infelici e di un’eterna ricerca di sé stessa. La sua vita, seppur breve, ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare, e il mito che la circonda continua a vivere attraverso il cinema, la moda e l’arte.
Ma chi era davvero Marilyn Monroe? Dietro il suo sorriso perfetto e la sua risata cristallina si celava una donna tormentata, insicura, spesso infelice, che lottava per essere riconosciuta come un’attrice seria e non solo come un sex symbol. Questa è la storia di Norma Jeane Mortenson, la bambina dagli occhi tristi che divenne la diva più amata di Hollywood.
Infanzia e adolescenza difficili
Marilyn Monroe nacque Norma Jeane Mortenson il 1º giugno 1926 presso il Los Angeles County Hospital. Sua madre, Gladys Pearl Monroe, lavorava come montatrice di pellicole presso la RKO Pictures, ma era una donna instabile, emotivamente fragile e affetta da problemi mentali. Il padre di Norma Jeane rimane un mistero: secondo alcune fonti, sarebbe stato Charles Stanley Gifford, un uomo che aveva avuto una breve relazione con Gladys prima di abbandonarla.
Norma Jeane non ebbe mai un’infanzia stabile. Sua madre non era in grado di prendersi cura di lei, e la bambina fu affidata a una serie di famiglie adottive e orfanotrofi. Trascorse gran parte della sua infanzia vivendo con Albert e Ida Bolender, una coppia di religiosi rigidi, e poi in diversi orfanotrofi. A soli otto anni, fu vittima di abusi, un trauma che la segnerà per tutta la vita, alimentando il suo senso di insicurezza e paura dell’abbandono.
Nel 1935, quando Gladys venne ricoverata in un ospedale psichiatrico, Norma Jeane finì nell’orfanotrofio Hollygrove, un’esperienza che definì come una delle più terribili della sua vita. Fu poi affidata alla migliore amica di sua madre, Grace McKee, che incoraggiò il suo amore per il cinema e le parlò delle attrici di Hollywood come Jean Harlow, ispirandola a sognare una vita migliore.
Nel 1942, quando aveva solo 16 anni, per evitare di essere rimandata in un orfanotrofio, sposò il suo vicino di casa, James Dougherty, un operaio della marina mercantile. Il matrimonio non fu felice: James voleva una moglie tradizionale, mentre Norma Jeane sognava qualcosa di più grande. Quando lui si arruolò per la Seconda Guerra Mondiale, lei iniziò a lavorare in una fabbrica di paracadute, ed è qui che il destino cambiò per sempre la sua vita.
Dagli esordi a Hollywood alla trasformazione in Marilyn Monroe
Nel 1944, mentre lavorava nella fabbrica, venne notata dal fotografo David Conover, che la immortalò per una campagna pubblicitaria a sostegno delle truppe americane. Quelle foto la resero subito popolare come modella pin-up, e la portarono a firmare un contratto con un’agenzia di moda.
Nel 1946, dopo aver divorziato da Dougherty, Norma Jeane ottenne un provino presso la 20th Century Fox e firmò il suo primo contratto cinematografico. Fu in questo periodo che cambiò il suo nome in Marilyn Monroe: “Marilyn” era ispirato all’attrice Marilyn Miller, mentre “Monroe” era il cognome da nubile di sua madre.
Dopo alcuni piccoli ruoli in film di serie B, iniziò a farsi notare in pellicole come “Giungla d’asfalto” (1950) e “Eva contro Eva” (1950) la cui protagonista era Bette Davis. Il pubblico e i produttori rimasero colpiti dalla sua bellezza e dal suo magnetismo sullo schermo.
Ma fu nel 1953 che Marilyn divenne una vera e propria star grazie a due film:
“Niagara”, dove interpretava una femme fatale in una storia di passione e tradimento.
“Gli uomini preferiscono le bionde”, in cui cantò il celebre brano “Diamonds Are a Girl’s Best Friend“, diventando l’icona di lusso e seduzione che ancora oggi ricordiamo.
Seguirono poi altri successi come “Come sposare un milionario” (1953) e “Quando la moglie è in vacanza” (1955), con la famosa scena della gonna sollevata dal vento della metropolitana.

Il successo e le difficoltà personali
Nonostante la sua ascesa, Marilyn era profondamente insicura e infelice. Soffriva di ansia e insicurezza cronica, e spesso arrivava in ritardo sul set, incapace di gestire la pressione. Iniziò a dipendere sempre più da farmaci tranquillanti.
Nel 1955, determinata a dimostrare il suo valore come attrice, si trasferì a New York per studiare recitazione all’Actor’s Studio con Lee Strasberg. Questo le permise di ottenere ruoli più seri, come in “Fermata d’autobus” (1956) e soprattutto “A qualcuno piace caldo” (1959), che le valse un Golden Globe.
I film più famosi di Marilyn Monroe
Marilyn Monroe ha recitato in oltre 30 film, molti dei quali sono diventati veri e propri classici del cinema. Nonostante Hollywood la vedesse principalmente come un’attrice da commedie leggere e ruoli da sex symbol, Marilyn dimostrò anche un notevole talento drammatico. Ecco un approfondimento sui suoi film più celebri.
Niagara (1953)
“Niagara” è uno dei primi film in cui Marilyn interpreta un ruolo più complesso, lontano dalle commedie romantiche. Qui veste i panni di Rose Loomis, una donna affascinante e manipolatrice che trama per uccidere il marito, interpretato da Joseph Cotten.
Il film fu girato in gran parte vicino alle Cascate del Niagara, e Marilyn, con i suoi abiti attillati e il suo incedere sensuale, divenne subito un’icona di seduzione. La scena in cui cammina con un abito rosso aderente mentre viene osservata da tutti è considerata una delle più sensuali del cinema degli anni ’50.
Gli uomini preferiscono le bionde (1953)
In questa commedia musicale, Marilyn interpreta Lorelei Lee, una ballerina di nightclub che sogna di sposare un uomo ricco. Il film è ricordato per la sua straordinaria interpretazione di “Diamonds Are a Girl’s Best Friend”, con Marilyn vestita di rosa circondata da uomini in smoking.
Questa scena ispirò Madonna per il videoclip di Material Girl nel 1985. Inoltre, Marilyn e Jane Russell lasciarono le loro impronte nella Hollywood Walk of Fame insieme durante la promozione del film.
Come sposare un milionario (1953)
Marilyn interpreta Pola Debevoise, una modella miope che rifiuta di indossare gli occhiali perché pensa che la rendano meno attraente. Insieme alle sue amiche, interpretate da Betty Grable e Lauren Bacall, cerca di trovare un marito ricco, ma scopre che l’amore non si compra.
Fu uno dei primi film girati nel formato CinemaScope, che permetteva uno schermo più ampio e panoramico.
Quando la moglie è in vacanza (1955)
È in questo film che Marilyn regala al mondo una delle scene più famose del cinema: la gonna bianca sollevata dal vento sopra una grata della metropolitana. La scena della gonna fu girata per le strade di New York davanti a centinaia di spettatori, ma la Fox dovette rigirarla in studio perché il rumore del pubblico rendeva inutilizzabile l’audio. La sua interpretazione della “ragazza della porta accanto”, dolce e ingenua, rese Marilyn un fenomeno globale.
Fermata d’autobus (1956)
Con questo film, Marilyn cercò di dimostrare di essere un’attrice seria. Interpreta Cherie, una cantante di nightclub che sogna di sfondare ma viene “rapita” da un giovane cowboy ingenuo e testardo follemente innamorato di lei.
Marilyn studiò intensamente il metodo Stanislavskij e si esercitò all’Actor’s Studio per prepararsi a questo ruolo.
A qualcuno piace caldo (1959)
Considerata una delle migliori commedie di tutti i tempi, Marilyn interpreta Sugar Kane, una cantante ingenua che sogna di sposare un milionario. Nel film segue due musicisti, Jack Lemmon e Tony Curtis, travestiti da donne per sfuggire alla mafia.
Marilyn spesso dimenticava le battute, costringendo il regista a ripetere molte scene. Nonostante le difficoltà sul set, il film vinse un Golden Globe, e la sua interpretazione fu tra le più amate dal pubblico.
Gli spostati (1961)
Questo fu l’ultimo film completato da Marilyn, scritto dal suo allora marito Arthur Miller. Qui interpreta Roslyn, una donna fragile e sensibile che si innamora di un cowboy solitario.
Recitò con Clark Gable e Montgomery Clift e le riprese furono difficili a causa della salute di Marilyn e delle tensioni con Miller. Fu anche l’ultimo film di Clark Gable, che morì poco dopo la fine delle riprese.

Amori travagliati e relazioni celebri
Marilyn ebbe tre matrimoni falliti:
James Dougherty (1942-1946). Sposato a soli 16 anni, il matrimonio finí per incompatibilità.
Joe Di Maggio (1954-1955). Il celebre campione di baseball era profondamente innamorato di lei, ma il loro rapporto era turbolento e segnato dalla gelosia.
Arthur Miller (1956-1961). Il drammaturgo le offrì un’intellettualità che la attraeva, ma la loro relazione fu sempre tesa.
Il legame con i Kennedy e “Happy Birthday, Mr. President”
Uno degli episodi più famosi della vita di Marilyn Monroe è la sua presunta relazione con John F. Kennedy e suo fratello Robert Kennedy. Non ci sono prove definitive che Marilyn Monroe e John F. Kennedy abbiano avuto una relazione lunga, ma si dice che i due abbiano avuto un incontro intimo nel marzo 1962. Dopo quell’incontro, Kennedy si sarebbe allontanato da lei, e Marilyn avrebbe iniziato a frequentare Robert Kennedy. Alcuni biografi sostengono che Marilyn fosse ossessionata da Robert, e che volesse rivelare segreti del governo. Questo ha alimentato molte teorie cospirazioniste sulla sua morte.
“Happy Birthday, Mr. President” (19 maggio 1962)
Uno dei momenti più celebri della storia americana è quando Marilyn cantò “Happy Birthday, Mr. President” al Madison Square Garden per i 45 anni di John F. Kennedy. Marilyn indossava un abito attillatissimo color carne, ricoperto di cristalli, che sembrava quasi trasparente. L’abito era così stretto che fu cucito direttamente su di lei. Kennedy rispose dicendo: “Posso ormai ritirarmi dalla politica dopo essere stato festeggiato in modo così dolce“. Questo evento alimentò le voci sulla loro relazione. Dopo solo tre mesi, Marilyn fu trovata morta.
Declino e morte misteriosa
Nel 1962, mentre girava “Something’s Got to Give”, venne licenziata per le sue continue assenze e i problemi di salute. Tuttavia, la Fox la riassunse, dimostrando che il suo fascino non era ancora svanito. La notte del 4 agosto 1962, Marilyn fu trovata morta nella sua casa di Brentwood. La causa ufficiale fu un’overdose di barbiturici, ma le circostanze restano sospette. Molti credono che sapesse troppo sui Kennedy e che la sua morte non fosse accidentale.
Eredità e mito immortale
Marilyn Monroe è diventata più di un’attrice: è un’icona senza tempo, simbolo di bellezza e vulnerabilità. La sua immagine è ovunque: in dipinti di Andy Warhol, in film, libri e canzoni. Il suo sorriso incanta ancora, e il suo mito continua a vivere, ricordandoci che, dietro la diva, c’era una donna che desiderava solo essere amata.